
Il libro siamo noi: storie raccontate dalla voce dei protagonisti della Sapienza
La biblioteca progettata e realizzata dall’architetto Gio Ponti, quella di Matematica, è la cornice dell‘iniziativa “Vite piene di Sapienza. Piccole storie in una grande università, la Biblioteca dei libri viventi", che si svolgerà mercoledì 11 dicembre.
Seduti in attesa tra ballatoi e schedari, alcuni di coloro i cui destini a vario titolo si sono incrociati con l’ateneo, diventano narratori di sé stessi, offrendo una “lettura” davvero inedita della pagine della propria vita.
Una Sapienza che non ti aspetti, fatta di persone: il biochimico tra gli scopritori della SLA che si trova improvvisamente a gestire in prima persona questa malattia; studenti immigrati in Italia alla ricerca del loro posto in società; la docente ipovedente che interrompe la professione medica e consegue un’altra laurea; il direttore di biblioteca che coltiva con successo la sua passione come scrittore; e, ancora, una storia di depressione giovanile, e il percorso del figlio di pastori sardi che giunge nella Capitale. Sono questi alcuni dei protagonisti, i dieci libri viventi, che potranno essere “letti”, cercandoli in un catalogo sorprendente. Parte così una narrazione faccia a faccia di circa un quarto d’ora, dove ciascun “lettore”, dopo aver ascoltato le storie individuali, potrà fare domande, chiarire dubbi, esprimere curiosità e conoscere realtà tra loro molto diverse. L’obiettivo? Creare empatia e intimità, ma anche ridurre pregiudizi e stereotipi attraverso il dialogo e la condivisione.
La Sapienza si fa portavoce di questa buona pratica chiamata Human Library, mettendo a disposizione il proprio spazio per dar voce al coro delle varie personalità che la compongono. L’iniziativa segue infatti i principi della prima Biblioteca Vivente nata a Copenaghen per volontà della ONG Stop the Violence, che sostituisce le persone ai libri nella narrazione di storie personali, conducendo il lettore-ascoltatore a fare riflessioni profonde in un contesto dove ognuno ci mette la propria faccia, la propria storia, la propria vita.
Info
Giordana Szpunar - Docente di Pedagogia interculturale
giordana.szpunar@uniroma1.it