Volto di guerriero dipinto sul cratere in terracotta di origine etrusca

Storie avventurose di reperti etruschi riportati alla vita

In occasione della Giornata internazionale contro il traffico illecito di beni culturali, archeologi ed esponenti di forze dell’ordine e di istituzioni hanno ripercorso le vicende del recupero di capolavori esposti per la prima volta al pubblico nella mostra “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”, ospitata nel Museo delle Antichità etrusche e italiche

Per celebrare la Giornata internazionale contro il traffico illecito di beni culturali indetta dall'Unesco, che ricorre il 14 novembre di ogni anno, Sapienza ha organizzato un incontro, alla presenza della rettrice Antonella Polimeni, al quale hanno partecipato archeologi ed esponenti delle forze dell’ordine e di istituzioni, accomunati dall’impegno nella tutela e nel recupero del patrimonio archeologico disperso.

L’incontro è stato preceduto dalla presentazione di reperti etruschi, alcuni esposti per la prima volta nella mostra “Caere. Storia di dispersioni e di recuperi” allestita presso il Museo delle Antichità etrusche e italiche della Sapienza e curata dalla sua direttrice Laura Michetti, insieme a Claudia Carlucci del Polo museale Sapienza, Alessandro Conti del Dipartimento di Scienze dell’antichità e Rossella Zaccagnini della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale.
Il tema dell’esposizione in corso è infatti proprio quello della dispersione del patrimonio archeologico, causata dagli scavi clandestini che affliggono l’intero territorio nazionale e soprattutto l’area del Lazio etrusco, e del suo recupero reso possibile grazie alla collaborazione tra le istituzioni e le forze dell’ordine che si sono rese protagoniste di questi recuperi, il Ministero della cultura, i Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, la Guardia di finanza, cui si affianca il corpo delle Capitanerie di porto - Guardia costiera per la tutela del patrimonio archeologico sommerso e costiero dell’Etruria meridionale.

Tra i reperti presentati, spicca un grande cratere a calice con figure rosse, gemello del “Cratere di Sarpedonte”, letteralmente “firmato” da Euphronios, uno dei massimi artisti greci della fine del VI secolo a.C.; l’opera ritrae una scena di lotta tra Eracle e Kynos, impreziosita dalla presenza dei nomi sia del ceramografo sia dei protagonisti rappresentati. Il cratere è stato restituito dal Metropolitan Museum of Art di New York ed è stato affidato ora alla Sapienza dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale. Il recupero del bene è stato possibile grazie alle indagini della Procura di Roma e del comando dei Carabinieri tutela patrimonio culturale che hanno accertato la provenienza da scavi clandestini avvenuti a Cerveteri negli anni ’70. Il cratere molto probabilmente venne trafugato dalla necropoli di Greppe S., dalla quale proverrebbe anche l’altro celeberrimo esemplare con la morte di Sarpedonte, e dopo diversi passaggi di proprietà fu concesso in prestito al museo newyorkese nel 1999. Solo grazie a una ricostruzione complessa e accurata, l’opera è potuta rientrare in Italia nel 2010, in base a un accordo di restituzione siglato tra le autorità italiane e quelle americane.

Tra gli altri capolavori presentati al pubblico per la prima volta, 4 lastre di terracotta dipinte di produzione etrusca, un’eccezionale testimonianza di pittura antica, sequestrate dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma nell’agosto del 2019, poco prima di essere imbarcate per il Centro America ed essere immesse nel mercato clandestino.

Per quanto riguarda la tutela del patrimonio archeologico sommerso e costiero dell’Etruria meridionale, in contesti di particolare interesse archeologico come nelle acque antistati il sito etrusco di Pyrgi (Santa Marinella – Roma), la Direzione marittima del Lazio è impegnata in una costante attività di tutela in collaborazione con la Soprintendenza, essenziale a impedire scavi illegali anche in contesti sommersi. Tali attività si concretizzano grazie all’emanazione di ordinanze di interdizione a protezione dei giacimenti archeologici sommersi, che vengono fatte rispettare dai Comandi territoriali e attraverso una serie di specifici controlli condotti sulle unità navali e nei porti per prevenire il trasporto illegale di beni culturali anche all’estero.

Martedì, 14 novembre 2023

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