Integrità della Ricerca

L'integrità nella ricerca si fonda su principi etici, doveri deontologici e standard professionali che garantiscono una condotta responsabile nella scienza, fondamentale per la qualità, la reputazione e la fiducia nella ricerca da parte della società, la cui violazione costituisce una condotta scorretta a carico dei ricercatori.

Sapienza riconosce l’integrità come elemento essenziale dell’attività scientifica e ne promuove la diffusione attraverso regole comuni, reti e strumenti volti a garantire onestà, rigore metodologico, imparzialità, trasparenza e responsabilità sociale.
Si ispira ai principali riferimenti internazionali, tra cui la Dichiarazione di Singapore, il Codice ALLEA e la Dichiarazione di Roma. L’Ateneo assicura il rispetto degli standard etici e scientifici in tutte le fasi della ricerca, favorendo formazione e aggiornamento, ambienti di lavoro equi e collaborativi, e comportamenti corretti nella gestione dei dati, dei fondi e dei conflitti d’interesse. Contribuisce infine alla promozione dell’integrità attraverso iniziative e collaborazioni internazionali.

Per supportare la cultura dell'integrità della Ricerca Sapienza si è dotata di una Commissione per l'integrità della Ricerca che fornisce orientamenti in materia di integrità nella ricerca e linee guida etico-deontologiche per la ricerca di Sapienza. In caso di condotte scorrette è possibile segnalarle inviando una mail a sapienza.ethics@uniroma1.it

Condotte scorrette della ricerca

Le principali condotte scorrette (reserch misconduct) nella ricerca sono:

  • Falsificazione (falsification) – Manipolare dati, strumenti o processi di ricerca, alterando risultati o interpretazioni.
  • Fabbricazione (fabrication) – Inventare dati, risultati o informazioni e presentarli come autentici.
  • Plagio (plagiarism) – Utilizzare idee, testi, immagini o risultati altrui senza adeguato riconoscimento della fonte.

A queste tre “core misconducts” si aggiungono altre pratiche scorrette (questionable research practices), tra cui:

  • Omissione di dati rilevanti o selezione distorta dei risultati
  • Attribuzione impropria di autorialità (inclusione o esclusione ingiustificata di autori).
  • Conflitti d’interesse non dichiarati.
  • Manipolazione del processo di peer review.
  • Mancata tutela di soggetti umani o animali nella ricerca (es. mancata autorizzazione del comitato etico).
  • Doppia pubblicazione o pubblicazione frammentata.
  • Inadeguata conservazione o gestione dei dati di ricerca.

     

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