Ahmadreza Djalali

Appello urgente per Ahmadreza Djalali, detenuto in Iran dal 2016

A otto anni dall'arresto lo studioso iraniano resta in carcere, in gravi condizioni di salute. A giugno 2024 Ahmadreza è stato escluso da uno scambio di prigionieri tra la Svezia e l'Iran

La Sapienza sostiene le iniziative della rete SAR - Scholar at Risk e delle organizzazioni umanitarie per chiedere la sospensione della pena capitale e la scarcerazione di Ahmadreza Djalali. Ahmadreza, studioso iraniano che viveva e lavorava in Europa, è stato incarcerato dal 2016 e condannato a morte. La lunga e dura carcerazione in attesa della pena capitale lo ha profondamente prostrato e le sue condizioni fisiche e mentali sono gravemente deteriorate.

Ad aprile 2021 la SAR ha lanciato un appello urgente, a cinque anni dall'arresto, per chiederne il rilascio immediato, raccogliendo la richiesta inviata alle autorità iraniane da tre università europee - Karolinska Institute in Svezia, Università del Piemonte Orientale in Italia e Vrije Universiteit Brussel in Belgio - dove lo studioso ha svolto attività di ricerca. A novembre 2021 la SAR ha assegnato ad Ahamdreza Djalali il premio Courage to Think Award for 2021, destinato a persone, gruppi o istituzioni che dimostrano un impegno esemplare nel proteggere studiosi e promuovere la libertà accademica; il premio è stato accettato dalla moglie, Vida Mehrannia, a nome di Ahmadreza al simposio virtuale della SAR che si è svolto il 9 dicembre 2021.

Successivamente Amnesty International il 24 maggio 2022 ha reso noto che era stato respinto l’ultimo appello degli avvocati di Ahmadreza Djalali e che lo studioso poteva essere messo a morte in qualsiasi momento. Il 13 luglio 2023 la stessa organizzazione ha riferito una notizia dell'agenzia di stampa privafa Mehr News Agency che indicava come nuovamente imminente l’esecuzione di Ahmadreza Djalali.

Il 26 aprile 2023, nel settimo anniversario dell'arresto, la SAR ha indirizzato un messaggio alle autorità della Svezia e del Belgio, affinché facessero tutto quanto in loro potere per ottenere l'immediato rilascio dello studioso.

Il 15 giugno 2024 la Svezia ha annunciato uno scambio di detenuti con l'Iran, in cui sono stati rilasciati due cittadini svedesi, in cambio di un ex funzionario della sicurezza iraniana condannato all'ergastolo dal tribunale regionale svedese per crimini di guerra e omicidio, e che ha visto però escluso il rilascio dello studioso, intorno al quale rimane alta l'attenzione.

La prigionia di Ahmadreza è iniziata nell'aprile del 2016. Mentre visitava l'Iran per partecipare a una serie di workshop ospitati dalle università di Teheran e Shiraz, Djalali  è stato arrestato per presunta "collaborazione con governi ostili". Da allora è stato successivamente detenuto nella prigione di Evin e tenuto periodicamente in isolamento. Il 21 ottobre 2017 Djalali è stato condannato a morte. Il 24 novembre 2020, le autorità iraniane lo hanno trasferito in isolamento e hanno iniziato i preparativi per eseguire la condanna a morte. Da allora, le autorità hanno continuamente rimandato l'esecuzione ma hanno mantenuto Djalali in isolamento per oltre 20 settimane. La sua salute si è drasticamente deteriorata mentre era soggetto a condizioni estreme, tra cui avere le luci accese in isolamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Secondo quanto riferito, soffre di dolori allo stomaco e difficoltà respiratorie e ha perso almeno 12 Kg. Il 14 aprile 2021 le autorità hanno trasferito Ahmadreza Djalali dall'isolamento a una cella con diversi occupanti. Le autorità continuano a negargli l’accesso al suo avvocato, alla sua famiglia e all'assistenza medica urgentemente necessaria. Queste azioni deliberate impongono incommensurabile angoscia e dolore al dottor Djalali e alla sua famiglia.

Prima del suo arresto, Djalali viveva e svolgeva la sua attività di ricerca a Stoccolma, dove si era trasferito da anni con la famiglia.

La rete Scholar at Risk, di cui la Sapienza fa parte dal 2019, è costantemente mobilitata, insieme a Amnesty International e ad altre organizzazioni, per chiedere la sospensione della condanna a morte e la scarcerazione immediata di Djalali per motivi di salute. La campagna è sostenuta anche dall'alleanza CIVIS, dalla rete Unica, il network delle università delle capitali europee e dalla Crui, che hanno inviato appelli alle autorità iraniane per chiedere la liberazione di Djalali.

Scholars at Risk chiede alle autorità iraniane di sospendere la sentenza capitale emessa contro Ahmadreza Djalali e di assicurare il suo immediato rilascio in modo che possa ricevere le cure mediche di cui ha urgente bisogno.

Agisci per sostenere il Dr. Djalali. Unisciti alla campagna di SAR oggi!

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Scholar at Risk è una rete internazionale di Università fondata nel 1999 presso l'Università di Chicago da accademici e difensori dei diritti umani interessati a promuovere il principio di libertà accademica e a proteggere accademici/che in pericolo di vita o il cui lavoro di ricerca e insegnamento è severamente compromesso. 

 

Lunedì, 17 giugno 2024

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