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Applicazioni innovative dei materiali nanoporosi per la tutela dell’ambiente: dalla purificazione dell’acqua alle batterie meccaniche ricaricabili

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza, guidato da Carlo Massimo Casciola, ha individuato, tramite esperimenti e tecniche avanzate di simulazione molecolare, come progettare materiali nanostrutturati in grado di bagnarsi e asciugarsi in maniera reversibile. Lo studio, pubblicato sulla rivista ACS Nano, rappresenta un importante passo avanti nell’ingegnerizzazione dei materiali porosi per applicazioni energetiche e ambientali

Grazie alla presenza di numerosi e minuscoli pori (della dimensione di pochi nanometri), alcuni particolari dispositivi realizzati con materiali nanoporosi, i cosiddetti sistemi HLS (Heterogenous Lyophobic Systems o sistemi liofobici eterogenei), sono dotati di una straordinaria capacità di immagazzinamento di energia. Tali dispositivi si comportano come una batteria “a liquido”, “caricandosi” all’aumentare della pressione dell’acqua che permea i pori e “scaricandosi”, rendendo fruibile energia meccanica, quando la pressione diminuisce. Tuttavia l’interruttore che permette il funzionamento di questo meccanismo finora era poco conosciuto e soprattutto molto difficile da controllare.

Un nuovo studio condotto presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza ha fatto luce su questo aspetto, investigando il comportamento di vari materiali porosi tramite esperimenti di intrusione ed estrusione di acqua ad alte pressioni.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista ACS Nano, suggeriscono una strategia innovativa per controllare il movimento dei liquidi all’interno dei materiali indagati.

“Il meccanismo microscopico all’origine dell’espulsione dell’acqua  spiega Alberto Giacomello del team di ricerca  è legato all’esistenza di bolle di dimensioni nanometriche all’interno delle interconnessioni tra pori, che riducono il contatto tra l’acqua e le pareti, dando vita a veri e propri pori superidrofobi”.

A parità di tutte le altre caratteristiche fisiche e chimiche infatti la forma dei pori idrofobi di dimensioni simili (circa 5 nm) sembra essere un parametro discriminante per il comportamento del materiale: l’assenza di un’interconnessione tra i pori impedisce l’espulsione di acqua assorbita e al contrario, se interconnessi, i pori sono in grado di “asciugarsi” e far uscire l’acqua trattenuta, anche a temperatura ambiente e pressioni estremamente elevate, equivalenti a quelle che si possono registrare a profondità sottomarine di centinaia di metri.

Con modelli macroscopici e simulazioni atomistiche, i ricercatori hanno dimostrato che il fenomeno si realizza quando sono presenti cavità idrofobe di dimensioni pari o inferiori al nanometro sulle pareti del nanoporo. Inoltre gli studiosi hanno ripetuto l’esperimento sostituendo il mercurio all'acqua e utilizzando altri materiali porosi, ottenendo risultati analoghi che hanno confermato la totale generalità di questo meccanismo.

“Il nostro studio offre validi strumenti teorici e computazionali a scienziati e ingegneri per progettare materiali nanostrutturati che sfruttino appieno le caratteristiche dei liquidi in nanopori  sostiene Carlo Massimo Casciola, a capo del progetto di ricerca quali la capacità di bagnare o asciugare reversibilmente una superficie o di aumentare la loro mobilità a parete. In questo campo si aprono numerose possibilità di nuove applicazioni che comprendono accumulatori di energia meccanica per fonti rinnovabili e recupero di energia, assorbimento di vibrazioni e urti, tecniche di purificazione dell’acqua e superfici capaci di rigenerare lo stato superidrofobo”.

 

Riferimenti:

Pore Morphology Determines Spontaneous Liquid Extrusion from Nanopores - Matteo Amabili, Yaroslav Grosu, Alberto Giacomello, Simone Meloni, Abdelali Zaki, Francisco Bonilla, Abdessamad Faik, and Carlo Massimo Casciola, ACS Nano 2019 DOI: 10.1021/acsnano.8b07818

 

Info

Carlo Massimo Casciola
Dipartimento Ingegneria meccanica e aerospaziale, Sapienza Università di Roma
carlomassimo.casciola@uniroma1.it

Martedì, 12 febbraio 2019

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