
Dall’Olimpo, un occhio nuovo sulle galassie
OLIMPO, telescopio da pallone che consente di fare osservazioni cosmologiche con una accuratezza senza precedenti, è stato lanciato nello spazio alle 09:07 CET del 14/07/2018 presso l'aeroporto artico di Longyearbyen.
Lo strumento è stato realizzato da un team di ricerca coordinato da Silvia Masi del Dipartimento di Fisica di Sapienza, in collaborazione con l'Istituto di fotonica e nanotecnologie del CNR di Roma, l'Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del CNR di Firenze, l'INGV di Roma e le università Bicocca di Milano, di Cardiff, dell’Arizona e di Nižnij Novgorod in Russia.
Olimpo è un programma dell’Agenzia Spaziale Italiana che da diversi anni è impegnata nel supporto alla realizzazione dell’esperimento e nell’organizzazione del suo volo, affidata alla Swedish Space Corporation.
Per sfruttare a pieno le potenzialità dello strumento era necessario che le osservazioni venissero effettuate a una quota di circa 40 chilometri; per tale ragione i membri del team di ricerca hanno realizzato un pallone di elio da 830.000 metri cubi di volume che gli permette di “galleggiare” nell’atmosfera. Lavorando dallo spazio, OLIMPO può osservare gli ammassi di galassie a frequenze più alte (fino a 500 GHz) di quelle dei telescopi operativi a terra in Antartide e nel deserto di Atacama (fino a 150 GHz) e realizzare, grazie allo spettometro differenziale di cui è dotato, misure molto più accurate di quelle realizzate finora, discriminando così tra emissione dell'ammasso di galassie ed emissioni locali.
"Il nostro universo - spiega Silvia Masi - è solcato da enormi strutture filamentari di materia oscura, sulle quali si addensano le galassie. All'intersezione di questi filamenti si formano gli ammassi di galassie, che contengono stelle organizzate in galassie, ma anche e soprattutto gas intergalattico e materia oscura. Con OLIMPO possiamo studiare ammassi talmente lontani da non essere osservabili in nessun altro modo e la loro struttura, anche nelle zone più periferiche”.
“Il telescopio – aggiunge Paolo de Bernardis della Sapienza – è equipaggiato con rivelatori per microonde molto sensibili con i quali si possono misurare segnali debolissimi in modo molto dettagliato e realizzare mappe molto nitide della distribuzione di gas intergalattico. Dopo questo "collaudo" stratosferico, questi stessi rivelatori potranno essere utilizzati per le nuove missioni spaziali, che si profilano nel futuro per lo studio delle proprietà di dettaglio del fondo cosmico di microonde e probabilmente anche in altre applicazioni che vanno dalla medicina, alle telecomunicazioni, al controllo dell'ambiente”.
OLIMPO non è quindi solo una straordinaria macchina di investigazione cosmologica, ma anche un banco di prova di avanzatissime tecnologie multiapplicazione.