
Inaugurata la nuova Risonanza magnetica con tempi di scansione ridotti del 70% per diagnosi, monitoraggio e trattamento
Martedì 10 giugno, alla presenza della Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e del Direttore generale del Policlinico Umberto I Fabrizio d'Alba, è stata inaugurata la nuova Risonanza Magnetica 3T Cima.X, un’apparecchiatura ad avanzata tecnologia che supporta l’identificazione di biomarcatori di imaging diagnostici e predittivi.
Erano presenti Domenico Alvaro, preside della Facoltà di Medicina e odontoiatria e coordinatore del CARE; Maria Sabrina Sarto, Presidente Fondazione D34Health e prorettrice alla Ricerca; Carlo Catalano, coordinatore Nazionale del progetto e Direttore DAI Medicina Diagnostica e Area Radiologica; Valeria Panebianco, Direttrice del Dipartimento di Scienze radiologiche, oncologiche e anatomo-patologiche e referente scientifico Spoke 3.
Le potenzialità dell’apparecchiatura sono molteplici grazie alle peculiarità intrinseche di caratterizzazione tissutale che sono enfatizzate in questo prototipo di RM 3T. Il magnete opera, inoltre, su un’architettura integrata da algoritmi di Intelligenza Artificiale che consente l’aumento della risoluzione spaziale delle acquisizioni ed è in grado di ridurre i tempi di scansione fino al 70%, rispetto ai sistemi tradizionali che non usufruiscono della stessa tecnologia.
Dichiara la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni “La nuova Risonanza Magnetica di ultima generazione, per caratteristiche e potenzialità, si integra in maniera sinergica con altri progetti del nostro Ateneo, legati alla raccolta e alla elaborazione di dati digitali sanitari provenienti da diverse sorgenti. Ciò rappresenta l’obiettivo principale dello Spoke 3 di cui Sapienza è leader, con la finalità di creare “Gemelli Digitali” dei pazienti e potenziare la medicina personalizzata, aggiungendo così un tassello importante al progetto D34 Helath di cui Sapienza è HUB.
Aggiunge Polimeni: In particolare questi dati andranno a implementare l’infrastruttura digitale del CARE, l’unità di coordinamento inaugurata a qui al Policlinico a dicembre 2023, e saranno messi a fattor comune nell’ambito della ricerca medica e del sistema sanitario territoriale. Occasione, questa, di virtuosismo per competenza e impegno dei molteplici ricercatori che stanno operando insieme per una medicina traslazionale.”
Dichiara il Direttore Generale del Policlinico Umberto I Fabrizio d’Alba “Sono stato ben lieto di aver contribuito nell’individuazione degli spazi fisici – necessari per l'installazione di questo nuova apparecchiatura perché ritengo che il Policlinico sia per sua natura il luogo in cui ricerca, didattica ed assistenza devono camminare insieme e svilupparsi in logica integrata”.
“Da direttore generale – aggiunge d’Alba - penso che dobbiamo proseguire il nostro percorso sinergico insieme a Sapienza - per far sì che il Policlinico Umberto I non sia solo un luogo che accoglie nuove tecnologie e persone ma che invece sia un incubatore capace di generare vita, capace di dare valore aggiunto alle attività di ricerca e a quelle assistenziali. La ricerca a volte è anticipatoria delle attività assistenziali per questo stiamo già ragionando per capire come, la tecnologia che stiamo presentando possa essere portata a bordo e utilizzata per una finalizzazione diversa per non disperdere il grande valore aggiunto che essa rappresenta”.
L’intera iniziativa, infatti, è mirata in maniera sinergica alla realizzazione degli obiettivi e delle attività multi e transdisciplinari previste e finanziate dal progetto D34 Health (Digital, Driven, Diagnostics, prognostics and therapeutics for sustainable health care) che ha come obiettivo la costruzione di modelli predittivi e non solo diagnostici, operando in una infrastruttura di ricerca comune nel contesto di un ecosistema di innovazione.
L’acquisizione della RM, da annoverare tra quelle del Piano Nazionale Complementare al PNRR, permetterà lo sviluppo di digital twin utili a ottimizzare diagnosi, monitoraggio e trattamento delle 5 patologie che sono oggetto di studio del progetto D34 Health: tumori del fegato e delle vie biliari, colon metastatico, tumori del sistema nervoso centrale, sclerosi multipla e diabete di tipo I. In questo ambito, l’imaging RM rappresenta parte dell’infrastruttura di ricerca come fonte di dati digitali (biomarkers di patologia) che vanno a integrarsi con gli altri dati provenienti dalle varie sorgenti quali biopsia liquida, clinica, sensori indossabili, digital pathology.
Oltre ai dati strategici finalizzati alla ricerca, da un punto di vista delle potenzialità cliniche, la nuova RM 3T permetterà in maniera non invasiva di ottenere informazioni non solo sullo stadio iniziale di malattia, ma anche e soprattutto di monitorare l’evoluzione delle patologie nel tempo e determinare il tipo di risposta alla terapia. Infatti, la nuova apparecchiatura si integra per caratteristiche e potenzialità in maniera sinergica con la visione globale di altri progetti di Sapienza già partiti, in particolare va ad implementare la piattaforma digitale installata presso l’Unità di coordinamento per l’applicazione della Medicina Digitale, il CARE”: l’infrastruttura rende possibile elaborare i dati digitali sanitari (Big data) per una medicina di precisione, combinazione tra diagnostica di precisione e trattamento personalizzato, cui vengono adattate caratteristiche fenotipiche e genotipiche del singolo soggetto.