La Sapienza restituisce la statua del Dio Baal a Mozia

Un team della Sapienza guidato da Lorenzo Nigro del Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali ha ricollocato al centro del Kothon di Mozia la riproduzione del Dio Baal, realizzata grazie alla collaborazione del Centro di ricerca e servizi Saperi&CO

Un team della Sapienza, guidato da Lorenzo Nigro del Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali, ha riposizionato al centro del Kothon di Mozia la riproduzione del dio Baal, realizzata grazie alla collaborazione del Centro di ricerca e servizi Saperi&CO, che ha permesso di restituire al presente un'immagine del passato di 2.500 anni fa.

Gli scavi effettuati dagli studiosi sull'isola siciliana di San Pantaleo (nome odierno dell'isola di Mozia) hanno permesso di identificare un bacino di acqua, inizialmente considerato come un invaso portuale, con il cosiddetto Kothon, una vasca sacra utilizzata per attività di culto, alimentata da una sorgente di acqua dolce. La missione di scavo ha ritrovato al centro del Kothon un basamento in calcarenite, (tufo) sul quale è scolpita la pianta di un piede. Il team della Sapienza ha stabilito che si potesse trattare della base di una statua, ritenuta un colosso per via delle dimensioni dell'orma, un tempo posta al centro dell’invaso sacro. Esaminando la statua originale ritrovata tempo fa nella Laguna dello Stagnone e custodita al museo Salinas di Palermo, dalle forme che ricordano le statue egizie e associata al dio Baal, è risultato che essa è perfettamente proporzionata alla sagoma del piede rinvenuto sul fondo del Kothon. Una scoperta che spinge a estendere a ritroso la civiltà su Mozia di oltre un millennio, riscrivendone la storia. La copia della statua è ora ricollocata al centro del Kothon, come ipoteticamente poteva apparire ai fedeli di oltre due millenni fa. 

Mozia è una piccola isola in mezzo a una laguna, così piccola da non far supporre di aver avuto parte nella storia della grande isola, la Sicilia. Eppure su San Pantaleo, suo nome odierno, i Fenici diedero vita a una prosperosa colonia. La posizione strategica, circondata dalle acque basse della laguna dello Stagnone e naturalmente protetta dalla vicina Isola Longa, la resero un obiettivo ambito sia dai Cartaginesi che dai siracusani. È proprio a causa di questi ultimi che Mozia venne completamente distrutta e presto dimenticata, per essere poi riscoperta alla fine del secolo scorso. La missione archeologica coordinata da Lorenzo Nigro fa parte dei Grandi scavi di Ateneo.

 

 

 

Giovedì, 12 settembre 2019

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