biodiversità

Le “buone pratiche” per la conservazione: valutare e prevedere in maniera affidabile il futuro della biodiversità

Il Dipartimento di Biologia e biotecnologie "Charles Darwin" della Sapienza ha sviluppato, in collaborazione con un team di ricerca internazionale, il primo standard di buone pratiche per un’applicazione affidabile dei modelli predittivi nello studio dei cambiamenti ambientali legati alla biodiversità. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, è il primo passo verso lo sviluppo di politiche di conservazione e gestione della natura basato su dati e modelli rigorosi e affidabili

Gli ecosistemi terrestri stanno subendo cambiamenti straordinari in tempi rapidissimi, nella maggior parte dei casi dovuti a interventi antropogenici, con importanti conseguenze sugli equilibri ecologici.

Progettare azioni di intervento volte alla conservazione della biodiversità è quindi oggi una necessità imprescindibile e di importanza globale. Tuttavia, la capacità di prevedere gli effetti del cambiamento globale sulla biodiversità resta limitata, soprattutto a causa di dati ambigui e della complessità intrinseca al sistema stesso.

È per questo che studi e approcci diversi portano molto spesso a inferenze e proiezioni che variano sia in termini di grandezza che di direzione. Di qui la necessità di disporre di standard rigorosi per migliorare lo sviluppo e l’applicazione di modelli qualitativamente migliori e più affidabili.

È stato questo il “goal” di un gruppo di ricerca internazionale, a cui ha partecipato anche Luigi Maiorano, ricercatore del Dipartimento di Biologia e biotecnologie "Charles Darwin". Dopo aver esaminato oltre 400 studi che hanno utilizzato modelli predittivi per valutare i rischi e lo stato di conservazione della biodiversità, i ricercatori hanno sviluppato una serie di linee guida per stabilire quali sono gli standard più rigorosi, tra quelli disponibili, per ottenere i risultati più affidabili.

Come le Good Clinical Practices in campo medico, quindi, le linee guida per le scienze ambientali produrranno modelli standardizzati, più facilmente spendibili per la produzione di risultati affidabili e ripetibili che permettano di prevedere, ad esempio, come la distribuzione di una specie cambierà nel tempo, tenendo conto dei rapidi e continui cambiamenti che stanno avvenendo sul pianeta.

"Il nostro obiettivo finale – conclude Luigi Maiorano – è promuovere il progresso della scienza di base per supportare le scelte relative alle politiche ambientali. Raggiungere un’ampia partecipazione nello sviluppo di modelli di valutazione dei sistemi ecologici rappresenta un primo, importante passo in questa direzione”.

Riferimenti:

Standards for distribution models in biodiversity assessments - Miguel B. Araújo, Robert P. Anderson, A. Márcia Barbosa, Colin M. Beale, Carsten F. Dormann, Regan Early, Raquel A. Garcia, Antoine Guisan, Luigi Maiorano, Babak Naimi, Robert B. O’Hara, Niklaus E. Zimmermann and Carsten Rahbek - Science Advances  16 Jan 2019:Vol. 5, no. 1, eaat4858 DOI: 10.1126/sciadv.aat4858

Info

Luigi Maiorano
Dipartimento di Biologia e biotecnologie "Charles Darwin", Sapienza Università di Roma
luigi.maiorano@uniroma1.it

Martedì, 05 febbraio 2019

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