facciata palazzo del rettorato

Lettera della Magnifica Rettrice al Comitato Sapienza per la Palestina

Risposta alla lettera resa pubblica lo scorso 20 settembre

Gentile Professoressa Guazzone,
Gentili Professori Marchetti, Rovigatti, Ruocco,
Gentili componenti del Comitato Sapienza per la Palestina,


Vi ringrazio per avermi inviato la vostra nota, che ho letto con la massima attenzione. Sono lieta che i documenti che Sapienza ha prodotto in questi mesi, le posizioni espresse dagli organi accademici e le mie parole nelle cerimonie ufficiali dell’Ateneo, siano state oggetto della medesima attenzione da parte vostra, seppure non del vostro apprezzamento. Ritengo ovviamente che lo sdegno e l’orrore per le migliaia di morti e per le inumane condizioni in cui il popolo Palestinese è costretto a sottostare a seguito dell'azione militare decisa dal governo ed attuata dall’esercito israeliano siano sentimenti condivisi. Dunque, il senso della vostra nota si rivolge evidentemente ad altri e più pratici aspetti.

In essa sottolineate, ad esempio, che non abbiamo esposto la bandiera palestinese in home page. È vero, ma come voi stessi riconoscete, abbiamo proposto azioni concrete, mettendo a disposizione risorse economiche e umane per offrire aiuto a quanti sono vittime delle brutalità che avvengono a Gaza. Abbiamo ovviamente orientato tale aiuto nella direzione del mandato che pertiene a una Università. Il nuovo bando di Solidarietà per la ricerca e la didattica di quest’anno ha visto premiati 16 progetti che provengono dalla Palestina (7 da Gaza, 9 dalla Cisgiordania). Le attività dei visiting professors riguarderanno diversi ambiti scientifici e culturali, con scopi didattici e di ricerca: dagli scavi archeologici all'utilizzo sostenibile delle risorse idriche sotterranee in Palestina, allo sviluppo di metodologie didattiche in contesti emergenziali.

I nostri Ospedali Universitari, Policlinico Umberto I e Sant’Andrea hanno accolto pazienti da Gaza. Più in particolare, la pediatria del Policlinico Umberto I col suo reparto di oncologia si sta prendendo cura di piccoli pazienti provenienti dalla Striscia. Quei bambini sono certamente troppo pochi e vorremmo poter fare di più, perdonatemi però se considero una caduta di stile definirli “fortunati” come fate nella vostra nota.

In essa esprimete la convinzione che Sapienza non abbia accompagnato queste azioni con una “condanna nei confronti dello stato di Israele”. Abbiamo condannato esplicitamente l’escalation militare israeliana, scegliendo però di esprimerci nei confronti di scelte e azioni, non di un popolo o di uno stato e rivendichiamo questa scelta. Le posizioni assunte dai Rettori di alcune università israeliane e dell’accademia israeliana delle scienze e delle lettere, nel riconoscere la sacralità della vita umana e nel sostenere iniziative assunte con l’obiettivo di salvare vite umane nella striscia di Gaza, ci confortano nella necessità di mantenere aperto il dialogo con tutti coloro che si battono per la pace.

Definite la nostra azione di circostanza. Vorrei davvero essere in grado di trovare risposte adatte a circostanze così terribili come quelle attuali. Voglio comunque registrare che le vostre valutazioni non corrispondono a quelle delle stesse autorità palestinesi, ultima la Ministra degli affari esteri dell’Autorità Palestinese, Varsen Aghabekian, che nella sua visita degli scorsi giorni presso il Policlinico Umberto I, ha manifestato esplicito apprezzamento per quanto da noi fatto. Ci esortate a vietare qualsiasi collaborazione istituzionale con le università israeliane. Noi abbiamo scelto di non aggiungere al dolore per le migliaia di morti civili anche lo spregio della libertà della ricerca e delle responsabilità individuali dei singoli ricercatori che ad essa si associa. Si tratta di un valore fondamentale che le Università debbono custodire nel rispetto del mandato Costituzionale. Esso però deve essere accompagnato dal rispetto dei valori riconosciuti dalla comunità scientifica nell’ambito dell’etica e dell’integrità. In un momento così grave, l’attenzione deve essere altissima, per questo abbiamo voluto accompagnare le responsabilità individuali dei singoli con un Internal Compliance Program per le attività di ricerca su tematiche "dual use" nell’ambito di collaborazioni fuori dall’Unione Europea, adottando misure interne e fornendo le risorse adeguate a garantire che gli impegni vengano rispettati.

Concludete la vostra nota con una esortazione: “Fermiamo il genocidio e rendiamo libertà e giustizia al popolo palestinese”. Purtroppo il sistema universitario non può fermare l’odio e l’orrore, il crepitare delle armi, i Tank che attraversano le strade e abbattono gli edifici, compresi ospedali e università, l’esodo di una popolazione senza meta. Possiamo certamente però fare la nostra parte, come già il nostro Ateneo ha dimostrato con azioni concrete a sostegno della popolazione di Gaza, continuando ad esercitare ogni tentativo basato sull’uso della diplomazia accademica e culturale come strumento di costruzione del dialogo e di collaborazione internazionale a favore della pace. Ritengo che queste posizioni siano state esplicitate con chiarezza dai nostri Organi Collegiali.

Se, dunque, è ovviamente possibile che, pur in presenza di un comune dolorosissimo sentire, il linguaggio adottato e le scelte in materia di libertà della ricerca ad oggi deliberate siano da voi non apprezzate, non credo che l’Ateneo possa essere accusato di scarsa coerenza.

Sapienza è una Comunità straordinariamente ampia, con sensibilità diverse. Ciascuna di essa è una risorsa. La critica, come in questo caso aperta e ispirata a modalità appropriate, è una continua fonte di stimolo e crescita. Confido che il confronto tra le diverse posizioni che esistono nella nostra Università, auspicato e stimolato dagli Organi Collegiali, possa continuare in ogni sede. Nella giornata di ieri, richiamando le azioni già intraprese, ho ribadito al Collegio dei Direttori la necessità di mantenere vivo il dibattito in tutti i Dipartimenti.

Come riconoscete, sono una docente come voi. Non ho mai abdicato al mio ruolo di docente e medico per l’incarico protempore che rivesto, ed entro in aula per fare lezione con il dolore per lo strazio di vite umane a cui stiamo assistendo, e con l’orgoglio di rappresentare una Istituzione nella quale il confronto è costante e il pluralismo delle posizioni è parte fondamentale del processo di decisione democratica.

Con i migliori saluti,

La Rettrice
Antonella Polimeni

 

 

Martedì, 23 settembre 2025

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