cellule ovariche ovospace

Ovospace torna alla base: l’esperimento di successo della Sapienza in collaborazione con la Nasa e l’ASI per svelare gli effetti della microgravità sui meccanismi legati alla fertilità e alla riproduzione

L’esperimento è stato lanciato tramite razzo vettore sulla International Space Station per osservare gli effetti della microgravità sulle funzioni endocrine di cellule ovariche bovine. Rientrato intatto alla base, con cellule vitali e in sviluppo, si conferma un importante passo nella comprensione della funzionalità di cellule ovariche in condizione di microgravità

Il 7 novembre alle ore 5.35 del mattino sulla costa est degli USA, è stato lanciato con successo il razzo NG-18/Antares dalla base NASA Wallops Flight Facility (Virginia).

Il razzo vettore ha lanciato la navicella Cygnus che ha portato sulla International Space Station rifornimenti e alcuni esperimenti scientifici. Fra questi, l’esperimento del progetto OVOSPACE, finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ideato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza guidati dal Mariano Bizzarri.

OVOSPACE ha l’obiettivo di studiare l’effetto della microgravità sulle funzioni endocrine di due tipi di cellule ovariche bovine: cellule della teca e cellule della granulosa, responsabili della produzione di androgeni e della loro trasformazione in estrogeni, allo scopo di supportare la maturazione dell’ovocita e quindi la fertilità. Nei laboratori messi a disposizione dalla Eastern Virginia Medical School (EVMS) di Norfolk, Virginia, il team Sapienza composto da Andrea Fuso e da Valeria Fedeli, Noemi Monti e Tiziana Raia ha allestito l’esperimento collocando le cellule in un “MiniLab” in grado di garantire la sopravvivenza delle cellule in maniera automatizzata. Il MiniLab, ovvero il cosiddetto “hardware di volo”, è stato sviluppato da Aerospace Laboratory for Innovative Components S.c.a.r.l. (ALI Scarl) i cui tecnici erano anche presenti presso l’EVMS per l’assemblaggio ed i controlli. Dopo 72 ore dall’arrivo sulla ISS, le cellule saranno “fissate” sempre grazie al MiniLab in attesa del loro rientro sulla terra, a gennaio, per eseguire le analisi molecolari previste.

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Il 16 febbraio 2023, presso i laboratori del Polo Tecnologico “Fabbrica dell’Innovazione” di Napoli, i tecnici della società spaziale ALI hanno aperto il MiniLab contenente
l’esperimento OVOSPACE, poco dopo esser rientrato dalla Stazione Spaziale Internazionale. Le unità hardware sono risultate intatte, con cellule vitali e in sviluppo, confermando così il successo tecnologico e scientifico della missione che rappresenta il primo, importante passo nella comprensione della funzionalità di cellule ovariche in condizione di microgravità (ambiente spaziale) e su come questo influisca sulla loro corretta attività, endocrina e di supporto alla maturazione dell’oocita.

I risultati di OVOSPACE avranno un ruolo chiave per la salute e la riproduzione umana sulla terra ma anche in ottica di missioni spaziali di lunga durata e insediamenti umani in altri pianeti.

 

Info                                                                                                                   

Prof. Andrea Fuso
Dipartimento di Medicina sperimentale
andrea.fuso@uniroma1.it

 

Prof. Mariano Bizzarri
Dipartimento di Medicina sperimentale
mariano.bizzarri@uniroma1.it

Giovedì, 17 novembre 2022

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