Quando il pre-Sapiens divenne artigiano
Sulla prestigiosa rivista Scientifc Reports sono stati pubblicati i risultati ottenuti da un team di ricercatori della Sapienza Università di Roma inerenti allo sfruttamento dell’osso animale come strumento tra 400.000 e 200.000 anni fa nel sito di Qesem Cave in Israele.
Lo studio è stato realizzato in collaborazione con la Tel Aviv University (TAU), il Centro Nacional de Investigacìon sobre la Evolucìon Humana (CENIEH) e l’Università di Cambridge.
Al laboratorio di Analisi tecnologica e funzionale dei manufatti preistorici e protostorici del dipartimento Scienze dell'Antichità i ricercatori della Sapienza hanno preso in esame oggetti in pietra caratterizzati da tracce d’uso relative al taglio dell’osso, residui di osso conservati sul margine di questi ultimi ed un osso di Dama mesopotamica su cui è stato individuato un segno di taglio (sawing mark) non associabile a scopi alimentari.
I dati presentati da Andrea Zupancich della Tel Aviv University e da Cristina Lemorini della Sapienza rappresentano alcune delle evidenze più antiche di sfruttamento di osso nel Paleolitico Inferiore non associate a scopi alimentari e contribuiscono significativamente al dibattito riguardo la supposta esclusiva associazione tra Homo sapiens e la creazione di oggetti in osso, dimostrando che quest’ultima è, di fatto, un'espressione culturale molto più antica di quanto finora pensato.