
Rom e Sinti. Dalla conoscenza alla coesistenza: alla Sapienza incontro di culture, musica e diritti
Nell’ambito della I Settimana di azione per la promozione della cultura romanì e per il contrasto all’antiziganismo, organizzata dall’Unione delle Comunità Romanès in Italia che si tiene dal 3 al 10 aprile, Sapienza ha organizzato il convegno-concerto “Rom e Sinti. Dalla conoscenza alla coesistenza: incontro di culture, musica e diritti”.
L'iniziativa, che si è svolta presso il Nuovo Teatro Ateneo, è stata promossa congiuntamente dal Dipartimento di Storia, antropologia, religioni, arte, spettacolo, grazie al contributo dlla dottoressa Bernadette Fraioli, assegnista di ricerca presso il dipartimento e da UCRI-Unione delle Comunità Romanès in Italia, in occasione della Giornata internazionale del popolo Rom che ricorre l’8 aprile, per favorire l’emersione di una narrazione positiva riguardante Rom e Sinti attraverso la musica, strumento essenziale di trasmissione della cultura romanì.
“L’università - dichiara la rettrice Antonella Polimeni - è luogo di confronto e di conoscenza pacifica in cui le culture si incontrano e si apprezzano vicendevolmente. Chi è pronto a farlo con spirito di dialogo, prescindendo da qualsivoglia violenza e senza voler prevaricare la voce degli altri, è sempre benvenuto. L’università è il luogo dove si studia il passato e il presente per costruire la società del futuro: per farlo, l’interazione con la società in senso ampio è indispensabile. Le voci di chi contrasta razzismi, pregiudizi, violenze verbali e fisiche – ha concluso la Rettrice - ci aiutano a far crescere la nostra comunità, contribuendo così a diffondere il valore del rispetto dei diritti e della dignità di ogni individuo quale fattore indispensabile della società”.
Dopo i saluti della Rettrice la preside della Facoltà di Lettere e filosofia, Arianna Punzi ha voluto rimarcare il ruolo delle scienze umane, dell’arte e della musica come fattore di conoscenza essenziale per la promozione di una cultura solidale e di una società pacifica. La Preside ha sottolineato quanto Facoltà e Ateneo siano impegnati nelle attività di terza e quarta missione a favore della promozione dei diritti umani e del dialogo tra culture e religioni, tanto più in un frangente storico così tragico.
Il direttore del Dipartimento SARAS Gaetano Lettieri afferma come "Sapienza promuove la conoscenza e il dialogo tra culture, l’accoglienza delle diversità nel profondo rispetto dei valori costituzionali, la costruzione di ponti e non di muri. Pertanto qualsiasi interruzione di rapporti con il mondo dell’università e della cultura di paesi in crisi o in guerra, chiudendo spiragli di incontro, dialogo, sapere critico, fallisce nel compito eminentemente umanistico di promozione dell’intelligenza e dell’accoglienza reciproca, nella condivisione di valori di pace e solidarietà".
La delegata per la diversità e l’inclusione Livia Ottolenghi ha ricordato che questo incontro si colloca nell’ambito di un’ampia costellazione di iniziative che impegnano Sapienza da tempo su queste tematiche. Esse sono finalizzate a promuovere intelligenza e rispetto della diversità, da interpretare come straordinaria, irrinunciabile ricchezza culturale e umana.
Il direttore dell’Unar Mattia Peradotto ha dichiarato nel suo intervento: «In Italia si parla di Rom e Sinti come di un problema, non come di una risorsa. Si trattano i Rom e Sinti nell’ambito dell’assistenza sociale e delle problematicità di ordine territoriale e pubblico. Si deve cominciare a cambiare questa visione negativa e promuovere una narrazione positiva. Come UNAR vogliamo riaccendere anche la luce su tutta un’enorme parte della comunità rom e sinti che vive nel nostro Paese e che è perfettamente integrata, e vuole portare all’attenzione della collettività il proprio desiderio di partecipazione e di compartecipazione alla cultura nazionale.
Il presidente di UCRI Gennaro Spinelli siamo qui per scrivere un pezzo di storia per la nostra comunità e per il nostro Paese, l’Italia. Con il pieno sostegno dell’UNAR, abbiamo voluto concepire una settimana dedicata alla cultura romanì: i Rom con questi eventi di cultura, arte e musica vogliono smettere di nascondersi. Questo è il vero coming out etnico a cui si aspirava in Italia, il non doversi più nascondere per arrivare a fare carriera, non doversi più nascondere per ciò che si rappresenta, non doversi più nascondere per ciò che si è».
La I settimana per la promozione della cultura romanì estende, con diverse iniziative civili e culturali, la giornata internazionale di Rom e Sinti, istituita l'8 aprile 1971 in Inghilterra, per combattere l’antiziganismo: anche a causa di diffusi stereotipi, ancora oggi le istituzioni e le società europee faticano a riconoscere il contributo della cultura romanì allo sviluppo culturale dell’Europa.
L’iniziativa della Sapienza è stata inoltre un’occasione altamente significativa di incontro, dialogo, condivisione solidale tra UCRI, UGEI-Unione Giovani Ebrei d’Italia e GMI-Giovani Musulmani d’Italia, nonché di accoglienza di altri movimenti per il riconoscimento dei diritti civili alle minoranze, quali il movimento LGBTQIA+, l’Associazione Libellula, il movimento QuestàèRoma per una città impegnata contro qualsiasi discriminazione, il movimento per l’accoglienza e il pieno riconoscimento dei rifugiati per i diritti umani.
L’incontro si colloca nell’ambito di un’ampia costellazione di iniziative che impegnano Sapienza da tempo su queste tematiche, costituendo il culmine del progetto Memoria a più voci, svolto dal dipartimento SARAS in collaborazione con UNAR, UCRI, UGEI, GMI.