
Sapienza vince tre borse Marie Curie 2019
Tre progetti di ricerca della Sapienza sono stati premiati dalla Commissione europea con finanziamenti Marie Skłodowska-Curie. Le Fellowship individuali sono destinate a ricercatori di eccellenza in possesso del dottorato e riguardano tematiche diverse e relative a vari settori scientifico-disciplinari.
Lo studio “Negotia” della ricercatrice Angela Bernardo, supervisionata da Alessandro Saggioro del Dipartimento di Storia antropologia religioni arte spettacolo (Saras), in collaborazione con il Public Policy and Administration Department (PPAD) dell’American University al Cairo e l’Institut für Missions-, Ökumene- und Religionswissenschaft dell’Università di Amburgo, si propone di studiare le comunità copto ortodosse della cosiddetta “diaspora” in Europa. L’obiettivo principale della ricerca è quello di ricostruire il quadro teorico-pratico della mediazione religiosa, attraverso lo studio di casi scelti in Egitto, Italia e Germania.
Il progetto della ricercatrice Emily Pierini “The Trance" – Transnational Healing: Therapeutic Trajectories in Spiritual Trance” studia l’aspetto terapeutico dell’apprendimento di pratiche di trance spirituale nell’Ordine Spiritualista Cristiano Vale do Amanhecer in una prospettiva transnazionale con ricerca in Brasile, Stati Uniti, Italia e Portogallo. La ricerca si svolgerà in collaborazione con il dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo (Saras), il dipartimento di Antropologia dell’Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile e l’Institute of Social and Cultural Anthropology, University of Oxford.
La ricerca di Carmelo Russo "Relcapetown” “Religious Super-Diversity in Cape Town. Dynamics of Leadership and Territorialization Through Religious Spaces in the Migration Process –RELCAPETOWN”, coordinata da Laura Faranda, si svolgerà presso il Dipartimento di Storia, antropologia, religioni, arte, spettacolo (Saras). Attraverso un lavoro etnografico, il progetto indagherà l'interazione tra le religioni e le migrazioni a Città del Capo, in Sudafrica, dal punto di vista del concetto di "super-diversità religiosa", studiando i rapporti tra comunità religiose, spazi urbani e sfera pubblica. Il progetto intende sottrarre la migrazione all'”idea di emergenza”, mostrandola come una delle possibili scelte di “essere al mondo”, diffusa nel Nord e nel Sud del mondo.