Summer School in Histoires, Languages et cultures du Sahel
Scadenza presentazione domanda di ammissione 20 giugno 2022
L'obiettivo è quello di continuare l'esperienza del primo corso sul Niger, che si è svolto nel luglio 2019 ed è stato il primo del suo genere al mondo. Questa volta l'attenzione sarà sempre rivolta al Niger, ma con un'apertura verso altri Paesi del Sahel (Mali e Burkina Faso). Il Sahel, un territorio poco studiato dai ricercatori e poco conosciuto dal pubblico medio, presenta alcuni aspetti che lo rendono degno di particolare attenzione e che hanno importanti implicazioni per il mondo in cui viviamo. Politicamente, è attraverso il nord che i migranti passano attraverso le rotte verso la Libia e poi verso l'Europa. È lì che si sta tentando di contenere i flussi migratori (alcuni finanziati dalle Nazioni Unite). Sul piano religioso, il Sahel rappresenta un interessante laboratorio dove due figure dell’Islam convivono in modo sempre più contraddittorio: la figura mistica sufi e quella fondamentalista di origine araba (che può avere, in alcuni casi, ramificazioni estremamente aggressive come nel caso di Boko Haram, diffusa a Est, non sempre compatibile con i processi di secolarizzazione che gli Stati saheliani stanno cercando di attuare). Sul piano educativo, ci sono esperimenti educativi molto interessanti che cercano di coniugare le culture africane con la cultura francese da sempre dominante (vedi il progetto ELAN o i cosiddetti approcci curriculari, entrambi volti a diffondere il bilinguismo a scuola). Dal punto di vista linguistico, il Sahel è un caso molto interessante, anche dal punto di vista teorico, di multilinguismo, da confrontare con altre realtà africane che stanno anch'esse cambiando e che vedono l'emergere crescente delle lingue africane e una trasformazione dello status del francese.
Oreste Floquet