foto di unaula con arredi di Gio Ponti

Atlante Sapienza22. Una campagna fotografica al Maxxi, all'interno della mostra FUORI TUTT0, documenta gli aspetti architettonici e i tesori nascosti della Città universitaria

Un museo d’architettura a cielo aperto: così la Sapienza si presenta con il progetto Atlante Sapienza22, la campagna fotografica organizzata dal Maxxi, in collaborazione con l’Ateneo, e ospitata all’interno della mostra FUORITUTTO, aperta fino al 15 febbraio 2024

Atlante Sapienza22

Un museo d’architettura a cielo aperto: così la Sapienza si presenta con il progetto Atlante Sapienza22, la campagna fotografica organizzata dal Maxxi, in collaborazione con l’Ateneo, e ospitata all’interno della mostra FUORI TUTTO, presentata il 27 giugno in via Guido Reni, alla presenza della rettrice Antonella Polimeni.

Tra gli obiettivi della campagna quello di restituire il complesso della Città universitaria inteso come vero e proprio comparto urbano, attraverso una visione d’insieme che evidenzi il rapporto con il resto della città.

Atlante Sapienza22presenta gli esiti della committenza fotografica affidata nel 2022 a cinque autori (Iwan Baan, Antonio Biasucci, Silvia Camporesi, Marina Caneve, Carlo Valsecchi) e dedicata alla Città universitaria, progettata negli anni Trenta da Marcello Piacentini con un gruppo di architetti tra cui Giuseppe Pagano, Giovanni Michelucci e Gio Ponti.

Il percorso è immaginato come una sorta di mostra nella mostra in cui i progetti si dispiegano in continuo dialogo visivo tra loro, facendo emergere la varietà di linguaggi, metodi e orizzonti di ricerca attraverso cui uno stesso luogo può essere restituito.

La dimensione paesaggistica e urbanistica della Città universitaria è restituita dal progetto del fotografo olandese Iwan Baan. Le sue visioni dall’alto, realizzate attraverso riprese aeree, restituiscono il progetto di Marcello Piacentini e degli architetti coinvolti - esponenti del razionalismo italiano (da Giovanni Pagano, ad Arnaldo Foschini, da Giovanni Michelucci a Gio Ponti) - come un organismo complesso che si inserisce nel suo contesto quasi fosse una vera e propria “città nella città”.

Antonio Biasiucci indaga la scrittura come forma primaria di trasmissione del sapere, proseguendo in questo modo la sua ricerca intorno a soggetti archetipici, emblemi del rapporto tra civiltà e natura. La lavagna, ritratta appena dopo la fine delle lezioni, con le sue cancellazioni e stratificazione di segni, è il simbolo di una dimensione ancora “analogica” di trasmissione del sapere. Davanti a questi inediti paesaggi si posizionano gli studenti che l’autore ha coinvolto nel progetto, sempre ritratti di spalle.

La serie di Silvia Camporesi riflette sull’immaginario dei luoghi. Nel suo progetto, che si concentra soprattutto sugli spazi interni della Città Universitaria, l’artista si ispira alle immagini presenti nelle riviste d’architettura degli anni Sessanta e Settanta caratterizzate da colori molto piatti e compatti. Operando una sorta di inversione temporale, l’artista riporta gli spazi contemporanei a quelle atmosfere, intervento a posteriori sulla resa estetica delle immagini.

Marina Caneve usa la fotografia come mezzo di esplorazione, dando forma a un progetto che funziona come un organismo, un sistema articolato di relazioni e significati stratificati. A partire da una riflessione sul rapporto tra le Arti e le Scienze, evocato dall’affresco di Mario Sironi nell’aula del Rettorato, l’autrice sviluppa una ampia riflessione sul tema del sapere. Osservando le collezioni utilizzate a fini didattici presenti in diverse Facoltà e muovendosi attraverso oggetti che vanno da un tatuaggio dei primi del novecento agli Erbari settecenteschi, dai gessi del Museo dell’arte Classica ai reperti del museo di Anatomia Patologica, l’autrice si interroga sulla costruzione sapere delle dottrine, sui sistemi di classificazione, sulla natura dei dispositivi espositivi e sulla loro dimensione scientifica, culturale, didattica ed estetica.

Il progetto di Carlo Valsecchi si inserisce pienamente nella sua ricerca sull’immagine come architettura. L’autore osserva i diversi spazi (dalla Facoltà di matematica a quella di Botanica, da Anatomia comparata a Fisica) come fossero dei microcosmi e ne restituisce, attraverso fotografie di grande formato, porzioni e dettagli come fossero spazi architettonici. Il rapporto tra pieno e vuoto, lo scarto tra diverse scale, l’individuazione di griglie, il processo di avvicinamento e allontanamento dal soggetto, sono gli elementi principali del suo linguaggio che lavora sul disorientamento percettivo e restituisce la componente più enigmatica del reale.

FUORI TUTTO racconta la vitalità e la pluralità della ricerca artistica italiana e internazionale tra pittura, scultura, architettura, fotografia, video, installazione, performance e sperimentazione sonora.Tra gli artisti presenti in mostra Rosa Barba, Elisabetta Di Maggio, MASBEDO, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Pedro Reyes, Patrick Tuttofuoco. Tra gli architetti sono stati selezionati progetti di Giorgio Grassi, Matilde Cassani, Francesca Torzo e DEMOGO per dare vita a un dialogo a distanza tra autori di generazioni diverse, accomunati dalla dimensione internazionale delle relative attività progettuali.

All’interno della mostra verrà presentato un altro progetto fotografico, La processione mistica, di Valentina Vannicola, una trasposizione fotografica del XXIX canto del Purgatorio di Dante.

MAXXI FUORI TUTTO è a cura di Bartolomeo Pietromarchi, sezione architettura a cura di Pippo Ciorra, Laura Felci, Elena Tinacci; sezione fotografia a cura di Simona Antonacci.
La mostra resterà aperta fino al 25 febbraio 2024.

Per informazioni su orari e costo dei biglietti consultare il sito dell'iniziativa.

Martedì, 27 giugno 2023

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