I lavori di scavo del Santo Sepolcro presentati alle comunità che lo hanno in custodia
Presso il cantiere archeologico nel complesso del Santo Sepolcro sono stati presentati i lavori di scavo in corso alle comunità del Patriarcato ortodosso, della Custodia di Terra Santa e del Patriarcato Armeno.
Le attività archeologiche sono coordinate da Francesca Romana Stasolla, del Dipartimento di Scienze dell’antichità, e da un’équipe interdisciplinare composta da archeologi del Dipartimento di Scienze dell’antichità, da storici e storici dell’arte del Dipartimento di Storia religioni antropologia arte spettacolo, da ingegneri del Dipartimento di Ingegneria meccanica ed aerospaziale, da psicologi del Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione.
A partire dal maggio 2022 le indagini archeologiche stanno interessando parte della navata nord della basilica e parte della rotonda nord-occidentale; i lavori si svolgono a ciclo continuo, di giorno e di notte e l’elaborazione dei materiali prodotti viene realizzata in tempo reale tra Gerusalemme e Roma, dove lavora il resto dell’équipe. I dati elaborati nel corso dello scavo vengono inseriti in un database precedentemente costituito ad hoc per il progetto e collegato alle differenti fonti storiche e di archivio.
Beatrice Brancazi e Stefano De Togni, del Dipartimento di Scienze dell'antichità, hanno presentato le due aree di scavo alle Comunità.
Nell’area della navata nord è stata individuata una sequenza stratigrafica che ha permesso di rintracciare le trincee scavate da padre Virgilio Corbo negli anni Sessanta, ma che ha consentito anche di acquisire dati del tutto nuovi. I più interessanti sono quelli relativi al cantiere di età costantiniana, pertinente alla costruzione del complesso religioso, che qui veniva ad impiantarsi all’interno di un’area di cava. Le operazioni del cantiere costantiniano hanno avuto come esigenza primaria quella di colmare disomogeneità di quota per creare un piano unitario ed omogeneo sul quale poter edificare le strutture della chiesa e degli annessi.
La visita è proseguita nell’area nord-occidentale della rotonda, dove la stratigrafia è molto più esigua, per la presenza del banco roccioso a quota molto più alta, Questo fattore,
unitamente alla continua ristrutturazione della pavimentazione, ha contribuito a continue rimozioni e mescolamenti degli strati di interro, rendendo molto esigua la stratigrafia
archeologica nell’area. Qui la parte più interessante risulta essere quella relativa alle fasi di lavorazione del banco roccioso, che sono in corso di studio. Nella porzione centro-
settentrionale dell’area, a ridosso dell’edicola, è stato intercettato un cunicolo, in parte già evidenziato nel corso di ricerche precedenti, che scende verticalmente accanto all’edicola per una profondità di 2,80 m per poi proseguire orizzontalmente verso nord. Il suo rinvenimento in relazione alle stratigrafie di scavo e la sua connessione con tutto il sistema di deflusso delle acque costituisce un aspetto importante nello studio degli aspetti architettonici che si stanno analizzando nell’ambito del progetto.