
La Sapienza sul podio degli Atenei italiani nella classifica mondiale Arwu di Shanghai
L‘edizione 2021 della classifica Times Higher Education World University Ranking (THE), resa pubblica il 2 settembre 2020, premia la Sapienza collocandola nella fascia delle prime 100 università per la qualità della didattica. L'Ateneo si è inoltre confermato sul podio delle tre migliori università italiane secondo l’Academic Ranking of World Universities 2020 (Arwu), classifica delle top 1000 università a livello globale che è stata pubblicata il 15 agosto.
Il ranking THE del 2 settembre segna un avanzamento della Sapienza nella classifica mondiale, con il posizionamento nella fascia 201-250, rispetto al posizionamento 251-300 del 2019, e a livello nazionale, alla quarta posizione rispetto alla sesta posizione del 2020. In particolare per l'indicatore "Teaching”, relativo alla didattica, la Sapienza raggiunge il miglior risultato tra le università italiane ed è l'unica a collocarsi nella fascia top 100 a livello mondiale. L'indicatore per la didattica è calcolato sulla base di un sondaggio accademico, e su dati quali la ratio studenti/docenti, dottorati erogati/lauree erogate, dottorati erogati/numero di docenti e il fatturato istituzionale. Le altre università italiane classificate in testa al ranking THE 2021 sono l'Alma Mater di Bologna e le scuole Sant'Anna e Normale di Pisa.
La classifica Arwu, uscita il 15 agosto a cura dell'organizzazione indipendente Shanghai Ranking Consultancy, ha collocato la Sapienza nel range 151-200 e fra i primi tre atenei italiani. Nella stessa fascia le Università di Pisa e di Milano. Seguono nel range 201-300 il Politecnico di Milano, le Università di Bologna, Padova e Torino. Arwu considera le migliori 1000 università mondiali su 2000 censite e circa 18.000 stimate al mondo.
Il 2020 è stato un anno di grandi soddisfazioni per la Sapienza sotto il profilo del piazzamento nei ranking internazionali. La classifica Arwu generale di agosto fa seguito al ranking Arwu per discipline, pubblicato lo scorso giugno, che prende in esame gli ambiti Scienze naturali, Scienze della vita, Ingegneria, Scienze mediche e Scienze sociali; la Sapienza si è confermata nelle prime posizioni tra le università italiane e nel mondo, ottenendo i migliori piazzamenti italiani per Aerospace Engineering (primo posto in Italia e 24esimo nel mondo), in Automation&Control (primo posto in Italia e 28esimo nel mondo), Physics (primo posto in Italia e 29esimo nel mondo) e Mathematics (nella posizione 1-4 in Italia e 51-75 nel mondo).
Sempre nel mese di giugno l’Ateneo si è confermato al primo posto in Italia nella classifica internazionale del Centre for World University Rankings (Cwur) collocandosi in 114ª posizione e al 171esimo posto, in ascesa di 32 posizioni rispetto allo scorso anno e tra le prime 200 migliori università al mondo, nel QS (Quacquarelli Simonds) World University Rankings 2021. Nel mese di febbraio la classifica per materie dell'agenzia QS aveva attribuito alla Sapienza il secondo posto a livello mondiale nell’ambito degli Studi classici (Classics), dopo due anni consecutivi di primato assoluto, subito dietro l’Università di Oxford.
“La Sapienza conferma il suo prestigio nel panorama internazionale, raggiungendo risultati importanti per un ateneo pubblico dai grandi numeri e con una vocazione generalista come il nostro – commenta il Rettore Eugenio Gaudio – in particolare nella classifica Arwu il risultato è complessivamente positivo per tutto il sistema universitario italiano che, anche se non è rappresentato nelle prime 150 posizioni monopolizzate dalle ricche università anglosassoni, vede più dei 2/3 degli atenei del Paese (42 su 67 statali oltre a 4 atenei privati) nelle prime 1000 tra le top 6% mondiali. In questo quadro emerge l’ottima performance della Sapienza legata alle eccellenze nella ricerca, alla ricchezza degli ambiti disciplinari, nonché alla secolare tradizione culturale e formativa dell’ateneo. Mai come quest’anno, caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da COVID-19 - conclude il Rettore – l’interdisciplinarietà e la condivisione dei saperi, cifra comune delle università generaliste, si sono rivelati lo strumento funzionale alla ripartenza e al rilancio del Paese”.