foto di scena dello spettacolo

Eumenidi di Eschilo 2019

Note di regia

La vendetta di sangue costituisce l'unica possibilità di risoluzione in una comunità nella quale non esiste Giustizia garantita da leggi e tribunali, bensì un sistema di patti, giuramenti e dinamiche di azioni e reazioni. Questo convincimento ha armato la mano di Oreste contro la madre e proprio il suo gesto efferato convince Atena ad istituire la prima assemblea della storia. In un simile contesto primitivo, dominato da sentimenti arcaici ed istintivi come la violenza ed oscuri e primitivi come la rabbia, diventa necessario ed improrogabile per la Dea erigere una istituzione nuova: il suffragio, potente e rassicurante come la ragione, avrà il compito da ora e per sempre di regolare definitivamente il vivere civile. La volontà divina si incarna così in quel voto dirimente ed incarnandosi si attua: il divino prende forma nell’umano, e l’Uomo, guidato e protetto non più solo dal Dio, può definitivamente salvarsi. Se quindi è vero che il delitto è da considerarsi un gesto necessario e indispensabile alla costituzione di un ordine nuovo, è altrettanto vero che la mano di Oreste non è stata ferma e risoluta nell’atto di macchiarsene. Oreste, infatti, ha interrogato Pilade, ha dubitato, ha avuto bisogno di sostegno, segni evidenti di una malcelata esitazione. Possono allora le furie che gli si palesano, che si scatenano contro di lui e che lo inseguono non essere altro che i suoi sensi di colpa? Possono essere dunque visioni, proiezioni, deformazioni di sé, frutto della sua mente? Possono per questo vincolarlo, tanto da impedirgli in ogni senso di proseguire la sua esistenza? Le Eumenidi hanno il merito di essere una tragedia innovativa e forse la più ardita della trilogia eschilea: per il finale fausto, per il principio sul quale si fonda e per il gran numero di eccezioni alle regole, sia nella struttura sia nella trasgressione dei canoni spazio-temporali aristotelici. Le infinite suggestioni e potenzialità della parola greca hanno quindi suggerito soluzioni forse inusuali che, per quanto inaudite, intendono proporre una lettura inedita ma “intonata”, finanche nell’immagine visionaria che conclude la messa in scena.

Adriano Evangelisti

 

 

Note di traduzione

 

Lo scorrere del tempo, grazie al quale un individuo trae insegnamento dalle proprie esperienze e una società può consolidare i propri valori, scandisce l’azione scenica delle Eumenidi, che chiudono l’Orestea, la trilogia portata in scena da Eschilo nel 458 a.C. In questo dramma, che costituisce l’ultimo anello della lunga catena di delitti della cruenta famiglia degli Atridi, Oreste, dopo aver ucciso la madre Clitemestra (Coefore), a sua volta rea dell’assassinio del marito Agamennone (Agamennone), è inseguito dalle Erinni, le divinità vendicatrici dell’uccisione di un consanguineo. L’inseguimento non è solo un espediente della regia di Eschilo per segnalare il cambio di luogo scenico da Delfi, dove Oreste siede supplice nel tempio del dio Apollo, ad Atene, dove Oreste si reca presso il tempio della dea Atena. Esso rappresenta anche un tempo durante il quale (ἐν χρόνῳ) Oreste intraprende un percorso di purificazione della propria colpa, che culmina quando Atena, incaricata di giudicare l’omicidio, istituisce il tribunale dell’Areopago, dal quale Oreste è assolto in seguito a un regolare processo, il primo nella storia della città. Trasferito il trattamento del delitto da una dimensione privata e familiare ad una pubblica e cittadina, vecchi e nuovi dèi si affrontano nelle loro diverse visioni di δίκη e σωφροσύνη. L’una non è più “giustizia” del sangue ma della legge, l’altra è un “buon senso” che gli uomini acquisiscono attraverso la costrizione imposta dal timore della giustizia. Gli Ateniesi, già dotati di σωφροσύνη, devono accrescerla e rinforzarla nel tempo (ἐν χρόνῳ), ora che possiedono l’istituzione del tribunale. La contrapposizione e lo sviluppo dei temi fondanti di questa tragedia si riscontrano anche in un greco che conserva la sua solennità poetica, ma che si adatta ad esprimere la tecnicità del linguaggio giuridico. La traduzione proposta ha seguito questo andamento semantico e stilistico, proponendo una riflessione su un tema, il contrasto tra giustizia personale e giustizia istituzionale, ancora oggi di grande attualità.
 

Anna Maria Belardinelli e il Laboratorio di traduzione

 

Coordinamento Anna Maria Belardinelli

Ideazione e regia Adriano Evangelisti

Aiuto regia Francesca Pimpinelli e Luigi Di Raimo

Assistente alla regia Elena Placanica

Musiche Chris Haigh

Costumi Cicci Mura e Herika Di Fazio

Assistenti all’organizzazione Maria Messina, Miriam Petrini e Francesca Rossi

Fonico Gabriele Cavallari

Elementi di scena realizzati dagli studenti del Liceo Artistico Caravaggio di Roma, coordinati dal Prof. Francesco Mattei per l’attività di Alternanza Scuola Lavoro

Tradotto da Tancredi Maria Anzalone, Priscilla Bonifazi, Domitilla D’Onofrio, Ludovico Oddi.
Con la partecipazione degli studenti del corso di laurea magistrale in Filologia, letterature e storia del mondo antico Alessiaedvige Attivissimo, Giovanni Chessari, Tiziano Presutti e Tommaso Suaria. Con la collaborazione di Ketty Galiano. 

Interpretato da Francesca Amoroso, Alessiaedvige Attivissimo, Francesco Biagetti, Giulia Buscema, Bianca Buzzi, Leonardo Calderari, Christian Casinelli, Fabrizio Cavallo, Alessandra D’Aloisi, Matteo D’Aristotile, Domitilla D’Onofrio, Stefano Ferrari, Costanza Frasso, Alessia Giallorenzo, Elena Giuliano, Veronica Pia Lauriola, Luigi Lucà, Eleonora Massaro, Sara Mazzoni,  Elena Sofia Midena, Francesca Oglialoro, Simone Pepponi Fortunati, Alice Pesce, Benedetta Petrini, Francesca Pimpinelli, Salvatore Rosella, Roberta Sciuto, Annaclara Sileo, Mattia Spedicato, Tommaso Suaria, Carolina Teresi, Gabriele Veroi, Lorenzo Vitrone.
 

Calendario delle rappresentazioni

Eumenidi di Eschilo

  • martedì 16 luglio 2019 Prova generale – Cortile Dipartimento di Matematica, Sapienza Università di Roma, ore 18.30
  • mercoledì 17 luglio 2019 Prima – Cortile Dipartimento di Matematica, Sapienza Università di Roma, ore 18.30
  • giovedì 18 luglio 2019 Seconda – Cortile Dipartimento di Matematica, Sapienza Università di Roma, ore 18.30
  • venerdì 19 luglio 2019 –  Civita Castellana (VT), Forte Sangallo, orario da definire
  • giovedì 25 luglio 2019 – Calatafimi Segesta (TP), Dionisiache 2019, Calatafimi Segesta Festival, ore 19.45
  • giovedì 10 ottobre 2019 (rappresentazioni per i licei) - Aula magna Rettorato, Sapienza Università di Roma, ore 11.00 e 16.30
  • venerdì 11 ottobre 2019 (rappresentazioni per i licei) - Aula magna Rettorato, Sapienza Università di Roma, ore 11.00 e 16.30
  • lunedì 16 dicembre 2019 – Aula Odeion, Museo dell’Arte Classica, Facoltà di Lettere, Sapienza Università di Roma, ore 18.00

 

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